Nell’elegante salone rosso del palazzo “Libertini”, è stata presentata l’ennesima fatica scientifica, del neo novantenne Aldo Incarbone. Ricco il parterre dei presentatori, che moderati da Francesco D’Urbino hanno, con suadenti parole e dovizia di particolari “raccontato” Gesualdo Incarbone e la sua lunga attività di docente, libero professionista e appassionato ricercatore di ambiente, territorio e fabbricati rurali, che hanno rappresentato e documentato, la vita dei campi. Nei loro apprezzati interventi, l’agronomo e presidente Rotary Caltagirone,Aurelio D’Asta, l’assessore Claudio Lo Monaco, che ha portato anche il saluto del sindaco Fabio Roccuzzo, Aurora Ursino e il docente universitario, Stefano La Malfa, hanno rivolto apprezzamenti ed elogiato, costanza, impegno e l’attività di ricerca, con cui l’autore, descrive ambiente e territorio. Avendo curato la prefazione del libro, l’ex dirigente scolastico e apprezzato sindaco della città, Francesco Pignataro, ha sottolineato che : “ Se ripercorriamo la produzione letteraria di Gesualdo Incarbone, attraverso i suoi scritti ci accorgiamo che questo suo ultimo lavoro è importante non solo per la mole dei documenti, ma perché introduce riflessioni non banali sulla centralità dell’azienda all’interno della centralità dell’ambente”. “Mi sia consentito – conclude Pignataro – di sottolineare la passione e la cura che hanno contraddistinto la stesura di queste pagine, dove l’anima dell’autore e la sua viscerale passione per le questioni affrontate, emergono all’interno di un impegno civile, che richiama rutti a non essere distratti e indifferenti, dice Incarbone, i rischi in opportunità, senza ideologismi, ma raccogliendo i contributi professionali, che rendano possibili questa fase di attraversamento, che l’umanità sta vivendo, verso un altrove, che dipende solo da noi, non rendere catastrofico”. Parole e circostanze che rendono onore ad un vegliardo, ma sempre lucidissimo, che ad onta dell’età, ha una passione da fare invidia ai giovani. A margine della presentazione del libro, ringraziando tutti per le parole e apprezzamenti rivoltogli e quanti lo hanno onorato con la presenza ha dichiarato : “Ho lavorato circa due anni alla stesura del libro, attraverso ricerche in biblioteca e quanto altro custodisco gelosamente nel mio archivio che racconta la mia vita professionale, di perito agrario, docente, consulente e altro e in questi 30 capitoli, ho affrontato e spiegato, la professionalità dell’agronomo, l’ambiente e il territorio, auspicando che venga ripristinata la festa dell’albero e la sua piantumazione per ogni bimbo che nasce, l’impatto ambientale riferendomi soprattutto, e a cui annetto molta importanza, alle piante secolari, dette “patriarca”. Aldo, come affettuosamente lo chiamo, onorato di esserne amico, mette l’accento sulla sua vita di cittadino e dice : “ Esorto e sollecito i politici a rivedere le leggi che riguardano edifici e fabbricati rurali, che a causa dell’esosità di tasse e tributi a cui sono costretti, stanno per essere abbattuti e abbandonati, non curandosi che gli stessi hanno rappresentato l’essenza della vita dei contadini, in quanto, avendo la possibilità di abitare in campagna, potrebbero meglio seguire l’andamento dei lavori, allevare, galline, maiali e altro e adesso invece, sono costretti a tornare a casa con qualsiasi tempo lasciando sguarnita la campagna e cosa più importante, i fabbricati rurali e le strutture aziendali, dovrebbero essere valorizzate, perché costituiscono ed essere considerate, un vero e proprio patrimonio”. Aldo però, alla fine mi confida il suo rammarico di non usare il pc e avere scritto le pagine di questo libro e delle altre sue sedici pubblicazioni, a mano, e poi trasmessi alla figlia, per trascriverle. Per concludere il nostro incontro, mi mostra con orgoglio una lettera indirizzata alla dirigente scolastica dell’istituto agrario, con la quale comunica di donare uno squadro a sfera, ormai quasi inesistenti, delle paline, una ricca raccolta di semi e l’ enciclopedia di costruzioni rurali e inoltre, la disponibilità a dedicare, gratuitamente s’intende, delle ore insegnando agli studenti. Un ultimo accenno e un grande rammarico, vedere nel completo abbandono e degrado, il glorioso istituto tecnico agrario di via Cappuccini, con annessa azienda agricola e stalla didattica, nel quale lui e tantissimi altri, si sono diplomati e insegnato. Aldo Incarbone, quasi novantenne, scrittore, ricercatore, docente e libero professionista la cui età non conta, ma rappresenta il valore aggiunto. Ad maiora semper Aldo.
Nuccio Merlini





