“È una situazione insostenibile, centinaia di aziende rischiano la chiusura”. Maurizio Ialuna, delegato provinciale di FederAgri Catania (nell’immagine), lancia un grido d’allarme disperato rivolgendosi direttamente al Governo regionale siciliano, al Presidente della Regione e all’Assessore all’Agricoltura. Il motivo? La mancata pubblicazione del decreto di calamità naturale per la siccità che ha flagellato il settore ortofrutticolo nel corso del 2024. Una piaga, quella della siccità, che si è abbattuta su un comparto già provato dalla crisi climatica e da annosi problemi strutturali. Nonostante siano trascorsi ormai sette mesi dall’ondata di calore estremo e dalla prolungata assenza di precipitazioni, i produttori di frutta e verdura siciliani attendono ancora invano il provvedimento specifico che darebbe loro la possibilità di accedere ai ristori previsti dalla normativa nazionale. Un’attesa resa ancora più amara dal fatto che la Regione Siciliana, nel settembre dello scorso anno, ha emanato un decreto “siccità”, ma limitatamente al settore dei legumi e dei cereali, lasciando inspiegabilmente fuori l’intero comparto ortofrutticolo. Questa disparità di trattamento sta generando un profondo senso di incertezza e abbandono tra le aziende agricole catanesi e siciliane. «Senza questo decreto – tuona Ialuna – i produttori non solo devono fare i conti con i danni devastanti causati dalla siccità, con raccolti persi e produzioni azzerate, ma si troveranno anche a subire l’ulteriore beffa di dover sostenere gli oneri fiscali e previdenziali relativi a un anno in cui di fatto non hanno prodotto reddito”. Di fronte a questa drammatica emergenza economica, FederAgri Catania non si limita a lanciare l’allarme. L’organizzazione agricola rivolge un pressante appello anche ai deputati regionali e alle altre organizzazioni sindacali del comparto agricolo, affinché si facciano portavoce di questa tragica situazione nelle sedi istituzionali competenti. L’obiettivo è chiaro: ottenere con la massima urgenza la pubblicazione del decreto di calamità naturale per l’ortofrutta, garantendo così la sopravvivenza e la continuità di un settore che rappresenta un pilastro fondamentale per l’economia dell’intera isola. Il tempo stringe e la pazienza degli agricoltori è ormai al limite.