“Il flusso delle rimesse è un indicatore potente non solo dei movimenti economici, ma anche dei legami affettivi e di solidarietà tra chi vive e lavora in Italia e le proprie famiglie nei paesi di origine. È altresì un elemento che mette in luce l’integrazione economica degli immigrati e la loro capacità di generare reddito e risparmio. Dal punto di vista territoriale, le regioni del nord e del centro si distinguono per l’alto volume di rimesse, mentre quelle del sud mostrano cifre minori ma comunque significative, soprattutto in rapporto alla presenza di determinate comunità. In conclusione le rimesse dall’Italia verso l’estero continuano a rappresentare un fenomeno economico e sociale di vasta portata, che coinvolge milioni di persone e contribuisce allo sviluppo non solo dei paesi destinatari, ma anche dei territori italiani che accolgono e offrono opportunità lavorative alle comunità straniere. Comprendere questi flussi è fondamentale per interpretare i cambiamenti sociali in atto, favorire politiche di integrazione efficaci e valorizzare il ruolo strategico delle migrazioni nei rapporti economici internazionali”. Lo ha dichiarato il presidente Assoesercenti, Salvo Politino (nella foto), in merito alle rimesse dall’Italia verso l’estero ammontano a circa 125,6 miliardi di euro. La Sicilia, nel 2024 ha inviato all’estero un totale superiore ai 300 milioni di euro, distribuiti tra le sue nove province. In testa troviamo Palermo, con 78,2 milioni di euro, seguita da Catania con 63,8 milioni e Messina con 41,2 milioni. Ragusa segue con 35,9 milioni, mentre Trapani (22 milioni), Agrigento (20,9 milioni), Siracusa (19,5 milioni), Caltanissetta (7 milioni) ed Enna (2,8 milioni) completano il quadro. Questi dati raccontano una Sicilia attiva nei flussi economici internazionali, in cui le comunità straniere – in particolare bengalesi, senegalesi, marocchini e romeni – trovano impiego e riescono a generare risparmio utile a sostenere le proprie famiglie nei paesi d’origine.