Nel 2025 il commercio digitale continua a espandersi in Italia. Secondo i dati consolidati ISTAT, analizzati dal Centro Studi di Assoesercenti, l’e-commerce ha registrato un incremento del +6,1% rispetto ad agosto 2024. Un segnale positivo per il settore, ma che non può oscurare l’altra faccia della medaglia: il drammatico calo del commercio tradizionale. Nel solo 2024, infatti, hanno cessato l’attività oltre 61.000 esercizi di vicinato, con un rapporto di quasi tre chiusure per ogni nuova apertura. Una tendenza che conferma l’allarme lanciato da tempo da Assoesercenti sulla “desertificazione commerciale”, fenomeno che svuota le città di servizi e posti di lavoro. “La crescita dell’e-commerce – avverte Salvo Politino, presidente di Assoesercenti – non può essere un alibi per lasciare morire il commercio di prossimità. Ogni saracinesca che si abbassa è un pezzo di città che si spegne. Servono interventi concreti per salvare il cuore commerciale delle nostre comunità, a partire dai centri storici”. La situazione è particolarmente critica in Sicilia, tra le regioni più colpite: negli ultimi cinque anni si contano migliaia di chiusure. Solo nel 2024 sono scomparse oltre 10.500 imprese del commercio, mentre nei primi sei mesi del 2025 ne sono cessate altre 3.460. I settori più colpiti sono abbigliamento e calzature, alimentari di vicinato, arredamento, beauty e pharma. Le province di Palermo e Catania guidano la classifica negativa. Per contrastare il declino, Assoesercenti propone un piano nazionale per i centri storici, incentivi alla rigenerazione urbana, un fondo per la digitalizzazione dei negozi, regole più trasparenti per il commercio digitale e sostegni mirati alle categorie più fragili.