Dopo anni di abbandono e disagi, gli inquilini delle case popolari di Via Pitrè chiedono un intervento urgente per garantire sicurezza e dignità alle famiglie che vi abitano.
Nel quartiere Zona Espansione Sud di Caltagirone, lungo la strada che porta alla scuola elementare di Via Pitrè, sorge un complesso di quattro palazzine costruite negli anni ’90 e destinate ad alloggi popolari. Questi edifici, situati in una delle zone con la più alta speculazione edilizia, sono rimasti le uniche costruzioni a non essere mai oggetto di ristrutturazioni importanti. Nonostante le nuove ristrutturazioni e gli interventi nelle vicinanze, gli appartamenti di Via Pitrè sono stati dimenticati, lasciando i residenti in una condizione di abbandono e degrado.
Le condizioni di degrado delle case popolari di Via Pitrè
Le palazzine di Via Pitrè sono ormai un simbolo di un degrado abitativo cronico. Le testimonianze dei residenti raccontano di facciate deteriorate, infiltrazioni d’acqua dai tetti e impianti elettrici e idraulici obsoleti. “Viviamo in edifici che cadono a pezzi, nessuno ha mai verificato la stabilità delle strutture”, affermano i residenti, preoccupati per la sicurezza, soprattutto durante i periodi di pioggia intensa.
Da trent’anni, infatti, non è stato effettuato alcun intervento di manutenzione strutturale, né sono stati utilizzati i fondi del Superbonus 110%. Le crepe e la muffa sono ormai una costante in questi edifici. Questo degrado ha fatto sì che gli inquilini si sentissero abbandonati dalle istituzioni, che non hanno mai risposto adeguatamente alle loro richieste di aiuto.
La mancata richiesta di finanziamenti per la ristrutturazione
Lo IACP di Catania, che gestisce le case popolari, ha ufficialmente ammesso di non aver mai presentato alcuna richiesta di finanziamento per il recupero degli edifici. Nonostante le promesse di interventi, nessun progetto è stato avviato. Anzi, lo IACP ha dichiarato di non aver partecipato al bando regionale del PR FESR Sicilia 2021-2027 (Azione 4.3.3) per la qualità dell’abitare, giustificando questa scelta con il fatto che gli alloggi di Via Pitrè sono “occupati”. Il bando regionale, infatti, finanzia solo edifici liberi da riassegnare.
Questa risposta ha suscitato indignazione tra i residenti, che considerano la situazione “assurda e inaccettabile”. Da anni, infatti, gli inquilini hanno ricevuto solo promesse e mai interventi concreti.
La situazione a Caltagirone: un simbolo di burocrazia paralizzata
A differenza di altri Comuni siciliani che hanno utilizzato i fondi pubblici per riqualificare il patrimonio popolare, Caltagirone sembra essere intrappolata in una burocrazia che non risponde alle necessità dei cittadini. La situazione delle case popolari di Via Pitrè è il simbolo di una gestione fallimentare che ha lasciato le famiglie in balia del degrado. Mentre altre strutture simili in Sicilia sono state ristrutturate grazie ai fondi del Superbonus e del PNRR, le case di Via Pitrè continuano a crollare.
L’anno scorso, con grande enfasi, sono stati inaugurati i nuovi alloggi di Via Regina Elena, ma le 52 famiglie delle case di Via Pitrè sono costrette a vivere in edifici sempre più compromessi.
La richiesta degli inquilini: sicurezza e dignità
“Non chiediamo miracoli, solo sicurezza e dignità”, ha dichiarato Teresa Morales, una delle residenti, sollecitando l’Ente a intervenire con urgenza. Gli abitanti di Via Pitrè chiedono un intervento concreto da parte del Comune, della Regione e dello IACP, per evitare che la situazione peggiori ulteriormente.
Le palazzine di Via Pitrè non sono solo edifici invecchiati: sono la casa di decine di famiglie che da trent’anni attendono un diritto fondamentale: quello di vivere in un’abitazione sicura e dignitosa. La situazione delle case popolari di Via Pitrè è un grido di allarme che non può essere ignorato. È necessario un cambiamento immediato per garantire un futuro migliore a queste famiglie.