Nei primi sette mesi del 2025, l’Italia conta 607 vittime sul lavoro. È quanto emerge dai dati INAIL elaborati dal Centro Studi di Assoesercenti, che evidenziano un preoccupante incremento del +5,2% rispetto allo stesso periodo del 2024 (577 morti). Numeri che raccontano una tragedia continua e troppo spesso ignorata. Tra le regioni più colpite spicca la Sicilia, con 36 decessi, che la collocano nella cosiddetta “zona rossa”, ovvero con un’incidenza superiore al 125% rispetto alla media nazionale (18,3 morti ogni milione di occupati). La regione siciliana è in compagnia di Campania, Puglia, Basilicata, Umbria e Trentino Alto Adige. A livello assoluto, la Lombardia guida questa tragica classifica con 64 vittime, seguita da Campania (44), Veneto (43), Sicilia (36), Piemonte (33) e Puglia (30). “Non possiamo ridurre queste tragedie a semplici numeri – afferma Salvo Politino, presidente di Assoesercenti, nella foto–. Dietro ogni morto ci sono vite spezzate, famiglie distrutte, comunità ferite. La Sicilia è in emergenza: servono interventi immediati e strutturali”. Tra le fasce d’età più colpite figurano gli over 65, con un’incidenza di 61,4 morti ogni milione di occupati. Preoccupante anche il dato relativo alle donne (54 vittime, +14,9%) e agli stranieri, che registrano 131 decessi, con un tasso di incidenza più che doppio rispetto agli italiani (37,0 contro 16,1). Le denunce complessive di infortunio calano leggermente (da 350.823 a 349.444, –0,4%), ma in Sicilia il peso delle vittime rende marginale qualsiasi dato positivo. incentivi fiscali per le aziende che investono in sicurezza, formazione obbligatoria continua per tutti i livelli aziendali, una campagna permanente di sensibilizzazione, tutela rafforzata per i lavoratori stranieri, programmi di formazione multilingue e l’istituzione di un Osservatorio Siciliano permanente sulla sicurezza sul lavoro. Queste le proposte di Assoesercenti. “La sicurezza non può essere un optional – conclude Politino –. Chiediamo un tavolo istituzionale urgente con le parti sociali per un vero patto per la vita. La Sicilia deve uscire dalla zona rossa: il lavoro non può più essere una condanna a morte.”