lunedì, Settembre 15, 2025
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Nuovo appalto dei rifiuti nel Calatino: più servizi, ma rischio aumento TARI

Costi e TARI nell’appalto rifiuti Calatino 2025

L’appalto rifiuti Calatino 2025 entra nella fase decisiva: entro l’anno Kalat Ambiente SRR potrebbe affidare il nuovo contratto, della durata di otto anni, per un valore di oltre 115 milioni di euro.

Un calendario unico per tutti i comuni

La novità principale riguarda la standardizzazione del calendario di raccolta. In tutti i comuni sarà identico: organico tre volte a settimana, secco residuo e plastica una volta ciascuno, carta e vetro ogni quattordici giorni.

L’obiettivo è eliminare le disomogeneità esistenti. In alcuni centri questo comporterà cambiamenti significativi, soprattutto per la raccolta di carta e vetro che finora era più frequente.

Nuovi centri, impianti e criticità sul decoro urbano

Sono in programma tre nuovi centri di raccolta a Palagonia, Castel di Iudica e Vizzini. Si aggiungeranno a quelli già operativi.

Il contratto introduce anche due elementi innovativi: il tracciamento puntuale dei conferimenti delle attività commerciali e la possibilità di eseguire bonifiche con rimozione di amianto su richiesta.

Un capitolo a parte riguarda gli impianti di KalatImpianti di contrada Poggiarelli, a Grammichele. L’impianto di selezione del rifiuto secco è fermo dal luglio 2021, a causa di un incendio che ha reso inutilizzabile la linea di selezione.

Le gare per l’affidamento dei lavori sono state già espletate. È stato individuato l’operatore che si occuperà della ricostruzione del capannone. Il progetto prevede anche l’ampliamento delle aree di stoccaggio e una nuova linea di selezione interamente automatizzata. L’avvio dei lavori è previsto entro il primo trimestre del 2027.

Rifiuti abbandonati e microdiscariche

Il disciplinare tecnico prevede un capitolo specifico sul servizio di rimozione dei rifiuti abbandonati. In particolare, dovrà rimuovere i sacchetti e i piccoli cumuli di rifiuti inferiori a un metro cubo lungo le strade urbane. È garantito un minimo di due interventi al mese per ciascun comune, senza costi aggiuntivi.

Un impegno che solleva però molte perplessità. Due interventi al mese sembrano irrisori se confrontati con la realtà quotidiana, fatta di microdiscariche e sacchetti abbandonati in quasi tutti i centri e nelle periferie.

È difficile immaginare che con un limite così basso si possa restituire decoro urbano. Tutto il resto dipenderà dal futuro appaltatore. Non è chiaro se interverrà più spesso restando dentro i costi coperti dalla TARI o se i comuni dovranno pagare extra dal proprio bilancio per rimediare al famoso “lancio del sacchetto“.

Un nodo che rischia di lasciare irrisolto uno dei principali biglietti da visita del territorio: la presenza, ancora troppo visibile, dei sacchetti abbandonati.

Diserbo stradale: dubbi sulla frequenza

Il bando prevede interventi meccanici o manuali di scerbatura lungo strade, piazze e marciapiedi. Gli scarti vegetali dovranno essere rimossi immediatamente, insieme a eventuali rifiuti rinvenuti.

L’obiettivo è garantire strade e marciapiedi liberi da erbacce, soprattutto nei mesi critici da aprile a novembre.

Ma anche qui i numeri sollevano dubbi. A Caltagirone, ad esempio, è previsto un diserbo su 100.000 metri di sviluppo stradale per soli tre giorni l’anno.

Una frequenza che appare del tutto insufficiente. Tre giorni per diserbare un’intera città sembrano pochi rispetto alla necessità di mantenere il verde spontaneo sotto controllo per motivi estetici, igienici e di sicurezza.

La gara e i partecipanti

Il bando, del valore di 115 milioni di euro in otto anni, è ancora in fase di valutazione. L’ultimo avviso ufficiale, datato 11 luglio 2025, fissava al 15 luglio la seduta pubblica per la lettura dei punteggi tecnici e l’apertura delle offerte economiche.

La data è trascorsa, ma sul portale regionale non risultano ancora pubblicati né gli esiti né l’aggiudicazione definitiva. Fino ad allora, l’attuale gestione resterà in proroga.

Alla gara hanno partecipato diversi raggruppamenti: ECONORD SpA (capogruppo) con AGESP SPA e DUSTY SRL; Progitec S.r.l. con Ecolandia S.r.l. e ECO BURGUS S.R.L.; ECO.S.E.I.B. SRL con TRAINA SRL e I.CO.S. SRL; GIAL SRL (capogruppo); e IMPREGICO SRL.

Secondo quanto pubblicato sul sito di KalatAmbiente, la proposta di aggiudicazione sarebbe indirizzata a GIAL. Ma si resta in attesa della formalizzazione e di eventuali ricorsi, molto probabili in un settore dove i contenziosi non mancano mai.

TARI e produzione di rifiuti

La gara sarà vinta da chi presenterà un’organizzazione più efficace per raccolta, trasporto, spazzamento e lavaggio. Saranno premiati anche la maggiore qualità e quantità di raccolta differenziata, i sistemi di controllo contro l’abbandono, una gestione più efficiente dei centri di raccolta, l’offerta di servizi aggiuntivi gratuiti, l’uso di mezzi più ecosostenibili e piani di comunicazione chiari.

Ma c’è anche la questione economica. La TARI che i cittadini pagano è direttamente collegata al costo del servizio.

Nel 2017 l’appalto valeva 84,8 milioni di euro per sette anni, cioè 12,1 milioni all’anno. Quello nuovo parte da 115 milioni per otto anni, ossia 14,4 milioni all’anno.

A parità di condizioni, il servizio costerebbe 2,3 milioni in più ogni anno, con un aumento vicino al 19% prima di eventuali ribassi proposti dall’aggiudicataria.

Poiché la TARI copre interamente i costi del servizio, un appalto più costoso si riflette direttamente sulle bollette dei cittadini.

Nel 2017 i comuni dell’ATO contavano tra 136.000 e 140.000 abitanti. Oggi sono circa 130.450. La spesa media annua per cittadino passerebbe quindi da 86–89 euro a circa 110 euro.

Senza un ribasso significativo, il costo pro capite potrebbe crescere di circa il 25%. Per mantenere i livelli del 2017 servirebbe almeno un 15–20% di sconto sul nuovo importo.

Quanta spazzatura produciamo

Nel 2023 ogni abitante del Calatino ha generato in media 354 kg di rifiuti. Significa quasi un chilo al giorno per persona, tra umido, plastica, carta, vetro e indifferenziato.

Ci sono però differenze tra comune e comune. A Caltagirone, ad esempio, si producono quasi 395 kg a testa. A Licodia Eubea ci si ferma a 286 kg pro capite.

Tradotto: 40–50 sacchi grandi di immondizia per ciascun cittadino ogni anno.

Questi numeri spiegano perché la gestione dei rifiuti è una delle voci di spesa più pesanti per i comuni. Ed è anche il motivo per cui il nuovo appalto sarà determinante non solo per la pulizia delle città, ma per la sostenibilità economica delle famiglie.

Ora resta da capire se la nuova gestione saprà trasformare un servizio spesso percepito come inefficiente in un vero strumento di decoro urbano e sviluppo locale.

Paolo Buda

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