martedì, Settembre 9, 2025
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Caltagirone, polemiche sulla pista ciclabile: intervista a Pietro Cracò, Commissario MPA della città

La recente realizzazione della pista ciclabile in via Roma a Caltagirone ha acceso un dibattito acceso, con divisioni e polemiche che hanno superato il mero tema della mobilità sostenibile. Per comprendere meglio le ragioni di questo scontro, abbiamo intervistato Pietro Cracò, Commissario MPA a Caltagirone, che ha espresso le sue perplessità non tanto sull’idea, ma sul metodo con cui l’amministrazione ha proceduto.

La pista ciclabile è stata definita una “frattura democratica”. Può spiegarci perché?

Non contesto l’idea della mobilità sostenibile, ma il metodo con cui l’opera è stata portata avanti. Nonostante richieste di consigli straordinari, mozioni e persino un sit-in di protesta, la Giunta ha proceduto in modo unilaterale, ignorando il confronto e le critiche. Questa mancanza di dialogo ha creato una spaccatura tra l’amministrazione e la città”.

Le polemiche hanno invaso soprattutto i social. Come giudica questo fenomeno?

Con amarezza noto come il dibattito sulla pista ciclabile si sia trasformato, soprattutto sui social, in uno scontro acceso e condito da toni eccessivi. Non è questo lo strumento più opportuno per discutere di temi così rilevanti. Il confronto deve tornare nelle sedi istituzionali, in un dialogo serio e costruttivo che metta al centro le vere esigenze della comunità”

Lei parla di “priorità” diverse per Caltagirone. Quali sono secondo lei le vere urgenze della città?

Le priorità dovrebbero essere altre: collegare frazioni, aziende agricole e cittadini con strade sicure. Mentre altrove si investe in infrastrutture e sviluppo, Caltagirone resta ferma e isolata. Rischia di perdere il treno dello sviluppo, incapace di sfruttare fondi pubblici e PNRR per opere davvero utili. Basta parlare di pista ciclabile: un’idea inizialmente positiva che si è trasformata in un dosso di dibattiti, anziché in un passo avanti verso una mobilità sostenibile. Come i troppi dossi stradali di Caltagirone, il rallentamento dei progetti è diventato eccessivo. Troppe le opere incompiute e le scelte ferme: dalle strisce blu, ai lavori del Sagrato della Chiesa di San Giacomo fino allo stadio solo per citarne alcuni”

Caltagirone sta perdendo terreno rispetto ad altre città della Sicilia? Quali sono le rivendicazioni più importanti per il territorio?

“La metropolitana di Catania avanza verso Belpasso, Paternò e Misterbianco, e l’autostrada Catania–Ragusa promette collegamenti strategici. Caltagirone rischia di restare isolata. Serve una politica di rete nel Calatino, che punti su lavori strategici infrastrutturali, come motore di crescita. Abbiamo diverse rivendicazioni: la trasformazione della SS 417 in un’arteria moderna e sicura, il potenziamento della linea ferroviaria Catania–Caltagirone–Gela con un servizio di trenino leggero o tram-treno verso la città metropolitana e l’aeroporto, e le opportunità offerte dalla futura autostrada Catania–Ragusa. Dobbiamo ridiventare interlocutori credibili per le nostre necessità dinanzi all’area metropolitana.

In che modo la politica può ritrovare credibilità e agire per il bene della città?

“Serve un’amministrazione che ritrovi il senso dell’ascolto e della condivisione, che sappia fare squadra con gli altri comuni del Calatino. Occorre un’azione amministrativa di buon governo, oltre gli schieramenti e le appartenenze, unendo forze ed energie. Caltagirone non ha bisogno di linee gialle che separano, ma di una linea chiara che unisca: dialogo, programmazione e responsabilità. Solo così potremo tornare protagonisti in una rete più ampia di sviluppo e opportunità”.

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