“Il precariato nel settore pubblico siciliano è stato per decenni il simbolo di una politica fallimentare, clientelare e disinteressata al futuro dei lavoratori e dei servizi pubblici. Per quasi trent’anni, migliaia di uomini e donne hanno lavorato per la Pubblica Amministrazione senza un contratto stabile, una palese violazione delle più basilari norme sul lavoro. Nonostante queste condizioni vergognose, hanno assicurato il funzionamento di settori strategici come sanità, scuola e protezione civile, diventando la spina dorsale della macchina pubblica. Molti di loro, inizialmente beneficiari di assegni sociali, sono stati trasformati in una forza lavoro permanente, intrappolati in un limbo di continui rinnovi annuali o addirittura mensili, senza tutele e con retribuzioni inadeguate. Un sistema studiato per tenere migliaia di persone sotto ricatto politico e garantire consenso. Il SINALP ha giocato un ruolo cruciale nella lotta contro questa piaga. L’organizzazione sindacale ha difeso strenuamente il diritto alla stabilizzazione, sostenendo che non si trattava di un favore politico, ma di un obbligo costituzionale e un investimento per la qualità dei servizi. Grazie a queste battaglie, oggi la maggior parte dei lavoratori ASU è stabilizzata. I governi Musumeci e Schifani hanno finalmente posto fine a questa pagina nera del lavoro in Sicilia, e il SINALP si congratula con i Sindaci che hanno appoggiato la loro causa. La battaglia però non è finita: il SINALP continuerà a lottare per estendere la stabilizzazione a tutti i precari e per difendere ogni posto di lavoro nell’Isola”. Nella foto la stabilizzazione degli ASU di Capizzi.