CALTAGIRONE – La Città Metropolitana di Catania ha ufficialmente avviato la manifestazione di interesse per la vendita dell’ex Cinema Metropol, un edificio storico di oltre 2.200 metri quadrati situato in Viale Principe Umberto, chiuso da anni e oggi in condizioni strutturali disastrose. L’obiettivo è sondare il mercato prima di procedere con un’asta pubblica. La scadenza per presentare le manifestazioni è fissata al 5 settembre 2025.
Ma a un anno dalla gara deserta per l’ex carcere San Bonaventura, e con un pesante ritardo nell’attivazione dei fondi del 2021 per la riqualificazione del Metropol stesso, la domanda sorge spontanea: quale futuro attende davvero questi immobili simbolici?
Il caso San Bonaventura è emblematico. L’edificio, già convento e poi carcere, era stato proposto in concessione nel 2024 dall’Agenzia del Demanio, con un canone annuo simbolico di appena 235 euro. Nonostante il potenziale turistico del progetto “Cammini e Percorsi”, nessuna offerta è stata presentata. Un’occasione persa per la città e per il suo patrimonio urbano.
Ma il paradosso emerge proprio nel caso del Metropol. Come ricordato in una interrogazione parlamentare presentata alla Camera nel giugno 2023 dal deputato Fabio Porta (PD), l’edificio era stato già incluso tra i progetti ammessi a finanziamento nel 2021 all’interno del “Programma innovativo per la qualità dell’abitare” (Proposta ID-93), con uno stanziamento di ben 8,48 milioni di euro. L’intervento previsto avrebbe riguardato il consolidamento strutturale, l’adeguamento sismico, la rimozione dell’amianto e l’installazione di impianti tecnologici e fonti rinnovabili.
Tuttavia, quei fondi non sono mai stati attivati concretamente. L’accettazione del finanziamento da parte della Città Metropolitana di Catania è avvenuta nel dicembre 2021, ma subordinata al rispetto della scadenza del 31 marzo 2026. Trascorsi quasi tre anni, nessun cantiere è partito, e l’ultimo ha persino reso necessaria un’ordinanza sindacale per la chiusura di un tratto di via Dante Alighieri.
Alla luce di questi elementi, la nuova manifestazione di interesse viene percepita da molti come un tentativo “riparativo”, in mancanza di un’attuazione efficace del finanziamento già stanziato. La mancanza di visione, le difficoltà amministrative e l’assenza di un coordinamento forte tra enti locali e centrali stanno minando la possibilità di recuperare un patrimonio che, in altri contesti, sarebbe stato rilanciato con successo.
Resta quindi forte l’interrogativo: chi si farà avanti per acquistare il Metropol, considerando il suo stato di degrado e l’incertezza su eventuali contributi pubblici? L’esperienza di San Bonaventura suggerisce prudenza. Ma ci sono anche segnali di speranza: altri teatri storici in Sicilia sono stati recuperati con l’intervento di fondazioni culturali, cooperative sociali o partnership pubblico-private, laddove si è riusciti a coniugare accesso a finanziamenti con progetti sostenibili e visione a lungo termine.
Caltagirone ha già perso un’occasione. Che il Metropol non diventi la seconda.