giovedì, Novembre 6, 2025
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L’inarrestabile “esodo” dei giovani dal Calatino: «Dalle politiche solo chiacchiere e distintivo»

   Molti giovani di Mineo, Militello in Val di Catania, Vizzini, Caltagirone, Palagonia, Ramacca e Scordia hanno deciso di trasferirsi fuori Sicilia per costruirsi un futuro lavorativo ed economico migliore, lasciando i familiari con le lacrime agli occhi.
Una riflessione è doverosa: dagli anni 50 fino adesso non è cambiato nulla, persiste sempre una migrazione di massa verso il nord Italia e l’estero. Tutti i governi nazionali e regionali che si sono succeduti, perché non sono riusciti ad attuare un piano per tamponare questo fenomeno migratorio?
   Un problema che a mio avviso creerà una desertificazione economica e sociale nei nostri territori. Una problematica da non sottovalutare perché è in gioco il destino del nostro Calatino. Abbiamo molti politici siciliani al Parlamento nazionale, il loro operato dovrebbe essere incentrato alla battaglia serrata per sconfiggere il problema “migrazione” e spopolamento dei nostri territori.
   Il lavoro si costruisce attraverso politiche serie e concrete, non con logiche clientelari e con retribuzioni al di sotto della dignità umana. Il lavoro non si costruisce con propaganda sterile. Parliamo spesso di caporalato in agricoltura, se pensate bene, esistono i caporali in tutti i settori dell’economia soprattutto nel sud Italia, anche se bisogna ammettere che anche al nord del nostro Paese vi è sfruttamento lavorativo.
   Il Settentrione non è più quello degli anni 90. Una tassazione elevata, il cambio monetario e alcune riforme legislative sbagliate hanno causato effetti disastrosi nel nostro sistema economico interno. I giovani dei nostri territori hanno diritto di rimanere nei luoghi dove sono nati, e nessuno merita di vedere i loro cari piangere per il distacco affettivo. Facile parlare di benessere economico quando in verità esiste una palude di povertà estrema.
(Nella foto d’archivio: la stazione disabilitata di Militello in Val di Catania, luogo di partenza per generazioni di emigrati)
Agrippino Castania

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