giovedì, Luglio 31, 2025
HomeNotizie RegionaliConfimprese Sicilia ha denunciato una crisi profonda e cronica nel settore del...

Confimprese Sicilia ha denunciato una crisi profonda e cronica nel settore del commercio su aree pubbliche

Un grido d’allarme risuona dalla Sicilia: Confimprese Sicilia ha denunciato una crisi profonda e cronica nel settore del commercio su aree pubbliche, con oltre 5.000 imprese ambulanti azzerate tra il 2016 e il 2024, segnando una contrazione del 24%. Di queste, quasi la metà (2.477) solo nell’ultimo anno, il calo più significativo dell’ultimo decennio. I dati, forniti dall’Osservatorio Nazionale del Mise, rivelano una situazione drammatica che ha spinto Confimprese Sicilia a inviare una nota al Presidente della Regione, On. Sen. Renato Schifani, e all’Assessore Regionale alle Attività Produttive, On. Edmondo Tamajo. La perdita di operatori è passata da 21.298 a 16.189 in soli otto anni. Il fenomeno colpisce tutte le province, con punte di criticità a Palermo (-34%), Ragusa (-42%) e Siracusa (-31%). Giovanni Felice (nella foto), coordinatore regionale di Confimprese Sicilia, avverte: “Questo ridimensionamento è la prova tangibile che l’attuale format dei mercatini settimanali non funziona più”. Diverse le ragioni alla base di questo declino. Felice spiega che il cambiamento dei consumi è tra le principali cause: “Cittadini e consumatori preferiscono esperienze d’acquisto più flessibili, integrate e di qualità”. Mentre le abitudini di lavoro e tempo libero sono mutate, i mercati rimangono quasi esclusivamente mattutini, escludendo chi lavora. A questo si aggiunge la prepotente ascesa del commercio online, che ha reso accessibili prodotti un tempo esclusivi del mercato ambulante. La mancanza di regole certe e una scarsa lotta all’abusivismo danneggiano gli operatori regolari e abbassano la percezione di qualità dei mercati. Infine, secondo Felice, la scarsa attenzione delle amministrazioni locali ha favorito uno stato di degrado, impedendo ai mercati di essere visti come una risorsa e un servizio per residenti e turisti. Per invertire la rotta, Confimprese Sicilia propone una revisione radicale del modello dei mercati. “È necessaria un’inversione di tendenza”, afferma Felice, “occorre riconsiderare il mercato come una risorsa e non come un fenomeno degradante”. I mercatini devono avere pari dignità e attenzione rispetto ad altri settori produttivi. Tra le strategie proposte: Mercati Tematici e Polifunzionali: creare mercati di qualità (alimentare, artigianato, cultura) con eventi serali e infrasettimanali. Integrazione Digitale: una piattaforma regionale con calendario, elenco operatori, vetrina online e autorizzazioni digitali. Sostenibilità e Accessibilità: utilizzo di materiali ecologici, raccolta differenziata, mobilità dolce e trasporti pubblici. Inclusione e Ricambio Generazionale: incentivi per giovani, donne e disoccupati tramite bandi e formazione. Governance Partecipate: reti tra ambulanti, negozi e istituzioni. Rigenerazione Urbana: inserire i mercati nei processi di recupero di aree dismesse o riconvertite. Confimprese Sicilia ha chiesto un confronto con la Regione e approfondirà questi temi con le amministrazioni comunali, a partire dalle province più colpite come Palermo. L’obiettivo è chiaro: il commercio su aree pubbliche può tornare a essere un motore economico e sociale per la Sicilia, ma serve un progetto di rinnovamento coraggioso, capace di valorizzare l’identità dei mercati e renderli moderni, inclusivi e competitivi.

Più letti