venerdì, Marzo 29, 2024
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Vizzini: una serata all’opera in piazza Umberto I

Se Giovanni Verga fosse ancora in vita, chissà se sabato sera (10 settembre scorso) sarebbe sceso in piazza ad assistere in platea all’opera tratta dalla sua novella o sarebbe rimasto nascosto dietro la tenda di uno dei balconi del suo palazzo che affacciano sulla piazza Umberto I, col balcone accostato, per sentire, curioso, le meravigliose arie cantate con sublime interpretazione dai cantanti lirici del Teatro Bellini di Catania. Un’esperienza  non comune, quella di poter assistere a uno spettacolo di opera lirica di un certo livello, gratuitamente e all’aperto, nella piazza principale, in uno scenario (cittadino) naturale che per certi versi ha inglobato anche gli spettatori (approssimativamente un migliaio). Enorme richiamo deve aver avuto, oltre che la produzione rinomata del Teatro Massimo di Catania, una regia apparentemente inappropriata al genere, ma di grande notorietà, come quella di Alfonso Signorini, il conosciutissimo conduttore del GFVip, che, a sbirciare un attimo nella sua biografia, non è solo un conduttore televisivo di reality, ma, oltre a essere giornalista ed ex insegnante, ha pure una grande passione per la musica (ha studiato al Conservatorio e suona il piano diverse ore al giorno) e per la lirica in particolare, a causa della quale, da giovane si è persino perforato un timpano. Ecco dunque che l’arte può arrivare da dove meno penseresti, e, senza dimenticare i dovutissimi elogi ai cantanti lirici (Anastasia Boldyreva era Santuzza, Sabrina Messina era Lola, Agostina Smimmero era Mamma Lucia, Marco Berti era Turiddu e Christian Federici era Alfio), alla magistrale orchestra guidata dal M° Mottadelli, ai leggiadri ballerini che hanno abbellito l’opera con un balletto, come un fiore all’occhiello fa su un vestito, la regia di Signorini ha pennellato la piazza di Vizzini, trasformandola per una notte in un poetico e lirico, è proprio il caso di dire, quadro vivente. Piccolo accorgimento, a mio modestissimo e profano parere, sarebbe stato quello di disporre sulla via laterale alla scena dei paraventi, magari delle cannizzate, a coprire gli attori che aspettavano assiepati là il loro turno di entrare in scena e che erano visibili agli spettatori; ma immagino che la scelta del regista sia stata intenzionale, come lui stesso ha dichiarato in un’intervista rilasciata in questi giorni: ha preferito non modificare la scena  per non alterare in alcun modo i luoghi originari in cui Verga ha ambientato i suoi racconti. Peccato anche che i posti a sedere non fossero sufficienti a ospitare la marea di spettatori, molti dei quali hanno dovuto godersi lo spettacolo in piedi: sacrificio, tuttavia, ampiamente ripagato. La cittadinanza ha, infine, goduto di un paio di giorni di fermento, grazie alle prove fatte dalla compagnia nei due giorni precedenti, che hanno avuto il loro discreto pubblico, attirato dalla curiosità di vedere dal vivo un personaggio della televisione, nonchè dalla possibilità di fare insieme a lui un selfie (un tempo si chiamavano più semplicemente foto ricordo). Non capitava da anni, forse decenni, di vedere una piazza così affollata da non entrarcene uno di più, con i balconi gremiti e le persone raccolte in ogni angolo e sarebbe bello se esperienze simili potessero riviversi più spesso.

Daiana Melfi

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