martedì, Dicembre 3, 2024
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Lettera aperta della lista civica “Noi Calatini”

“Gli scioperi recenti indetti a salvaguardia del sistema sanitario del calatino e segnatamente dell’ospedale Gravina e Santo Pietro, i dibattiti televisivi, le prese di posizione sui social, la stampa locale, le recenti assicurazioni dei vertici dell’Asp di Catania e delle autorità istituzionali e locali, danno il senso dell’attuale situazione ospedaliera a Caltagirone e delle preoccupazioni che obiettivamente nutre la popolazione. Una cosa è certa: oggi non si parla di sviluppo dell’ospedale, di rilancio, di fiore all’occhiello, ma gli orizzonti sono certamente più contenuti e vanno “dalla salvaguardia, alla sopravvivenza”. Questi gli obiettivi e le aspirazioni che realisticamente si hanno in città. Il tutto è triste e non vale rivangare i fasti ospedalieri del secolo scorso e del primo decennio di questo secolo, occorre fare i conti con la realtà ma non ci si può rassegnare alla decadenza, al minimo di assistenza e dimenticare l’articolo 32 della costituzione. La crisi del nostro sistema ospedaliero ha una data certa, il venir meno dell’azienda ospedaliera ai tempi del presidente della regione Onorevole Lombardo e del conseguente venir meno della autonomia politica, amministrativa e gestionale e l’accorpamento all’ASP 3 di Catania. In quel periodo tramontò pure l’ipotesi di un ipotetico polo ospedaliero Caltagirone-Gela. Se poi vogliamo dirla tutta, l’inizio del declino del nostro territorio si ha con la mancata istituzione  di Caltagirone quale decima provincia regionale in Sicilia. Si disse allora che avevamo perso non solo una battaglia ma anche la guerra e che a poco a poco avremmo perduto tutto ciò che aveva una dimensione sovracomunale (esempio l’area industriale). Così è stato e sembra purtroppo sarà, attesi timori che di tanto in tanto si rinfocolano per il nostro Tribunale. Preso atto di ciò, dobbiamo sperare che l’idem sentire della città e dei cittadini ponga un freno alle numerose criticità denunziate in materia sanitaria ospedaliera. Caltagirone infatti deve difendere non solo le sue conquiste ma garantire ai suoi cittadini e a quelli del calatino le cure più valide e i presidi più efficienti. È nella storia che Caltagirone aveva nel presidio ospedaliero Gravina e Santo Pietro una eccellenza della sanità siciliana ed oggi la realtà è certamente diversa anche con tutta la buona volontà dei vertici dell’Asp 3 e delle forze politiche locali e delle autorità disponibili. Indubbia è la carenza di personale sia medico che infermieristico oltre che la drastica riduzione della struttura amministrativa e tecnica che al tempo garantiva l’ottimizzazione amministrativa e gestionale in piena e finalizzata autonomia. Solo ora, come riporta la Gazzetta del Calatino, sembra che verranno coperti alcuni posti vacanti degli organici medici ma è indubbio che da tempo chi è andato in pensione non è stato sostituito, sia esso medico che infermiere, come evidenziato in varie occasioni. Le maggiori criticità hanno riguardato la cardiologia, ove si dice che per un certo periodo ci sono state difficoltà nei  ricoveri per carenze di personale medico e che a fronte di una dotazione organica di 24 medici e un primario, sono in servizio solo 10 medici di cui 5 per l’emodinamica. Mancano primari e personale medico e infermieristico e ne soffrono la medicina, la lungodegenza, la chirurgia, l’ortopedia e la medicina nucleare. L’ospedale di Santo Pietro punto di riferimento regionale della riabilitazione, oggi è stato molto molto ridimensionato e vive ed opera al di sotto delle sue potenzialità. Di converso si hanno lamentele per il sistema della ristorazione e la manutenzione ordinaria. Queste carenze appena accennate non sono che alcune delle tante, frutto di questa involuzione, colpa di tutto e tutti, dalla nuova normativa statale e regionale alla crisi della politica a Caltagirone e al venir meno con ruoli importanti nel contesto regionale e dalle tante promesse comunque non onorate. Anche il COVID 19 ha inciso per rendere più difficile la già pesante situazione essendo l’ospedale Gravina stato scelto in una prima fase dell’epidemia quale ospedale Covid. Ciò ha portato la riconversione ed il ridimensionamento di molte branche ed il personale medico ed infermieristico è stato sottoposto a turni di lavoro pesantissimi. Va detto grazie al personale tutto dell’ospedale Gravina e Santo Pietro per il lavoro che fa con generosità pur in una situazione di carenza. Oggi però per evitare ulteriori arretramenti bisogna riaffermare l’interesse cittadino per l’ospedale, l’esigenza di un rilancio e la sua difesa da parte dei cittadini tutti, delle forze politiche e delle autorità locali. Va peraltro richiesto ciò che ci spetta con l’attuale sistema organizzativo e che ci venga dato al più presto possibile. La conferma di quanto affermato e delle criticità evidenziate è in un articolo della Sicilia di Catania del 28/05/2021 che dà notizia di un incontro tra i vertici delle Azienda Asp 3 di Catania e alcuni rappresentanti sindacali circa le strategie aziendali per risolvere le criticità del Gravina. Si è saputo di investimenti per opere pubbliche, dell’acquisto di un’altra tac e dell’avvio entro luglio di nuovi concorsi per le discipline che registrano carenze a Caltagirone. Accogliamo con favore la notizia, frutto certamente anche delle pressioni e dei dibattiti cittadini e dell’impegno dei sindacati. Ribadiamo l’importanza della mobilitazione a livello cittadino e dell’attesa vigile dei progressi promessi di cui dovrebbero essere garanti i vertici istituzionali regionali e i vertici politici del calatino. Il vero problema, lo ribadiamo, è però la perdita di autonomia con il venir meno dell’azienda sanitaria e se non si ha una nuova vera organizzazione a Caltagirone, difficilmente si risolveranno i problemi e si avranno certezze e garanzie di crescita. Il disegno di legge regionale numero 207 del marzo 2018 proposto dall’onorevole Cappello con il quale si ipotizza una nuova azienda ospedaliera a Caltagirone e che parte dalle gravi carenze di personale riscontrate, va nella direzione giusta e auspicata. Tuttavia non è da credere che l’assemblea regionale siciliana ci darà una mano e c’è da temere che anche a livello regionale prevalgano le altre logiche di sempre ma l’iniziativa andava presa e va portata avanti a testimonianza di una volontà popolare e cittadina che vuole una sanità valida, efficiente e organizzata nel calatino e a Caltagirone. Se son rose fioriranno ma è molto molto difficile…In ogni caso la nostra fiducia ed il nostro grazie va a chi realmente difende il nostro sistema ospedaliero,agli operatori sanitari, ai cittadini, ai politici ed ai sindacalisti che hanno sposato la causa dell’ospedale ed ai mezzi di informazione che con forza chiedono la salvaguardia e il rilancio del sistema ospedaliero calatino”.

Noi Calatini

 

 

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