I compensi percepiti dai professionisti Covid finiscono all’attenzione della Procura di Catania e della Procura presso la Corte dei conti della Regione siciliana.
Il Codacons Sicilia ha deciso di vederci chiaro, presentando un esposto-denuncia “per fare luce sulle tariffe percepite dalla task force che, comprese le Usca (dipendenti dall’Asp), è composta da centinaia tra informatici, operatori e medici professionali che hanno lavorato durante l’emergenza Covid. Sotto i riflettori anche i possibili interessi speculativi di medici addetti al tracciamento, alla vaccinazione e al monitoraggio dei pazienti Covid”.
Le tariffe andrebbero dai 40 ai 60 euro l’ora, per questo, a fine giornata, con un turno di 14 ore, si può arrivare a 840 euro. “Meta – dice l’associazione – che raggiungono quasi tutti i professionisti. Con 5 giorni alla settimana si toccano i 4.000 euro, ma anche di più, tanto da far maturare ai medici catanesi fino a ventisettemila euro al mese. Il database degli stipendi dei professionisti Covid contiene ben 500 nomi fino a gennaio 2021”.
“Di fonte a questo enorme spreco di denaro pubblico – commenta il Codacons – aumenta l’indignazione e la rabbia dei cittadini, in particolar modo di coloro che a seguito delle misure restrittive adottate dal governo non hanno percepito nemmeno un centesimo e sono stati ridotti in miseria”.
Ma oltre ai lauti compensi ai medici, l’attenzione del Codacons va alla legittimità della nomina del super commissario, per il quale si ipotizza “l’assenza di una norma attributiva del potere di nomina”. Secondo il Codacons, non esiste una norma attributiva del potere di nominare un commissario ad acta o straordinario, né esisterebbero le funzioni (di affiancamento e di supporto) per le quali è stato nominato.