lunedì, Ottobre 7, 2024
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Ristoratori in crisi e con pochi aiuti: «Altri due mesi e sarà la fine»

   «Uscire presto dal Covid, sia come cittadini che come pubblici esercenti. Abbiamo già manifestato il nostro “no” a un braccio di ferro con le istituzioni, ma da parte dello Stato ci aspettiamo un cambio di passo. Senza aiuti resisteremo poco: il 40% delle aziende rischiano già la chiusura».
A dichiararlo è Claudio Miceli, presidente provinciale di Confesercenti – Area metropolitana di Catania, con Smeralda Di Paola, referente di Confesercenti etnea-Fiepet.
«Il vero problema? Non avere avuto per 10 mesi il sostegno necessario per fronteggiare economicamente l’emergenza. A causa della mancata sospensione dei pagamenti di utenze e affitti, infatti, gli esercenti hanno assunto debiti consistenti per poter andare avanti. Di questo passo, tuttavia, solo chi avrà le “spalle larghe” potrà sopravvivere per altri due o tre mesi».
I rappresentanti di Confesercenti hanno poi aggiunto «di non aver aderito all’iniziativa #ioapro per coerenza e per senso di responsabilità. Non è questo il segnale che vogliamo dare, che peraltro non servirebbe. Non intendiamo cadere nelle provocazioni, che non portano ad alcun risultato».
Gli esercenti hanno anche lamentato d’aver sofferto, alla fine dello scorso anno, un calo del fatturato di almeno il 70% perchè i conti non tornano e i bilanci rischiano di essere ingestibili. Dovranno essere considerate pure quelle persone, dipendenti e collaboratori, che da quasi un anno sono in cassa integrazione e in attesa di poter tornare a lavorare.
«Chiediamo a gran voce, infine, il pagamento di ristori calcolati sulle reali perdite di fatturato del 2020. Chiediamo sostegni veri e non semplici bonus una-tantum o riduzioni di imposte locali. Chiediamo di essere tutelati: la ristorazione è un comparto vitale della nostra economia e della nostra cultura».

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